Il Vulcano: una matrice comune per vitigni differenti

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Sabato 1 febbraio a Jesi presso il secentesco palazzo Balleani, nobile famiglia jesina, oggi sede dell’Istituto Marchigiano Enogastronomia la nostra Delegazione ha accolto associati e wine lovers con una Masterclass dedicata ai vini italiani che nascono da territori vulcanici. Molti vini, in Europa e nel mondo, hanno questa matrice, ma l’Italia è il paese europeo con la maggior superficie vulcanica o di origine vulcanica. Le eruzioni avvenute nel corso di millenni hanno dato vita a un substrato terrestre ricco di minerali e oligoelementi, preziosi per l’agricoltura in generalee per la viticoltura in particolare. La natura ripaga così generosamente il sacrificio spesso richiesto ai viticoltori di questi territori.

La parola vulcano suscita nell’immaginario collettivo la visione dell’Etna fumante, ma in realtà tutta la Penisola è percorsa da zone di origine vulcanica, dalla Valle d’Aosta fino a Pantelleria.

Il vulcano attira perché genera emozioni. Quelle emozioni che noi appassionati cerchiamo e ricerchiamo continuamente nel bicchiere. Minerali, freschi, ricchi di gusto ed eleganza, oltre ad essere straordinariamente longevi, i vini vulcanici iniziano la loro avventura partendo dal centro della Terra per arrivare nei nostri cuori.

Per affrontare in maniera organica la complessa questione ci siamo rivolti a Volcanic Wines, l’associazione delle etichette DOC di origine vulcanica – uno dei progetti più interessanti del comparto vitivinicolo italiano –  nata nel 2012 su iniziativa del Consorzio del Soave allo scopo di “fare rete” e valorizzare questa tipologia di vini unici al mondo, identitari per vocazione: direi che la lungimiranza dei fondatori ha consentito di raggiungere l’obiettivo.

Abbiamo avuto l’onore di avere ospiti che potessero illustrare con dovizia di particolari e innegabile competenza l’originalità e l’identità di questi vini riconducibili a terroir di matrice vulcanica e a vitigni storicizzati nel proprio comprensorio.

Sono intervenuti Edoardo Ventimiglia, produttore e Presidente Consorzio di Tutela Bianco di Pitigliano e Sovana DOC, Sandro Gini, produttore e Presidente Consorzio di Tutela Soave DOC, Aldo Lorenzoni, enologo e Direttore Consorzio di Tutela Soave DOC – uno dei fondatori dell’Associazione “Volcanic Wines” – e Lisa Chilese, Responsabile promozione Consorzio Vini Colli Euganei; una qualificata e autorevole squadra per approfondire il magmatico tema oggetto della serata.

Gradito ospite Alberto Mazzoni, Direttore Istituto Marchigiano Tutela Vini, che ha contribuito a fare gli onori di casa agli esperti intervenuti.

Abbiamo avuto l’opportunità di degustare 10 diversi vini focosi e profondamente viscerali come la terra da cui hanno avuto origine:

1 Dal Maso – Durello Lessini DOC Riserva Pas Dosè 2015
Unico spumante della serata, prodotto con uve Durella, vitigno di antica origine fortemente vocato alla spumantizzazione. Lo spumante si è caratterizzato per la sua estrema freschezza, esaltata da note erbacee, agrumate e di mela verde, con un deciso richiamo di gesso e iodio. Saporito, acidità verticale e vibrante.

2 Sensi Trappolini – Est!Est!!Est!!! di Montefiascone DOC Viti Vecchie 2018
Intrigante vino di profonda mineralità, prodotto con uve delle varietà roscetto, procanico e malvasia. Esplosione di frutta gialla e fiori, pesca e ananas in evidenza, intensamente profumato e con chiari richiami di pietra pomice bagnata. Entra morbido, suadente, delicato, procede con buona dinamica di bocca per chiudere con una inaspettata freschezza e una vena sapida che rileva netti aromi di mela matura accompagnata da mandorla.

3 Cantina di Gambellara – Gambellara Classico DOC Monopolio 2018 – Garganega 100%
Naso delicato di fiori bianchi, sambuco, miele di tiglio e note gessose. Apparentemente il vino più delicato, leggermente aromatico, ma poi rivela un sapore pieno, materico e una lunga persistenza che fa emergere la pesca gialla e una soffice speziatura.

4 Le Battistelle – Soave Classico DOC Roccolo del Durlo 2018 – Garganega 100%
Si avverte una tenue nota di vaniglia e un intenso profumo di pesca gialla e agrumi. La bocca è ricca, avvolgente, quasi cremosa, elegante e fine, chiude con una scia agrumata e delicati sbuffi di erbe balsamiche.

5 Gini Sandro e Claudio – Soave Classico DOC La Froscà 2016 – Garganega 100%
Grande complessità aromatica: una sinfonia di profumi, tra cui spiccano pesca bianca, pera e fiori d’acacia in perfetta armonia con le erbe aromatiche. Netta percezione di pietra focaia a testimoniare la positiva evoluzione del vino in cui il trascorrere del tempo fa emergere la nota caratteristica di uve che affondano le radici su terreni basaltici.

6 EUDES – Etna Bianco DOC Bianco di Monte 2015 – Carricante 80% – Catarratto 20%
Questo vino, prodotto da vigne giacenti sul versante nord-est del vulcano, si dimostra ancora un bimbo, nonostante sia il più vecchio assaggiato sinora a significativa dimostrazione che viti su suoli vulcanici danno vita a vini longevi. Dominato da frutta e fiori bianchi, emerge il fiore di zagara e non poteva essere altrimenti, considerando la zona di provenienza delle uve. Bocca succosa, sapida e acidità palpitante accompagnano una gradevole e persistente scia aromatica e minerale.

7 Cantine Olivella – Vesuvio Rosso DOP Vesuvio 2017 – Piedirosso 100%
Viti allevate a piede franco nella zona vitivinicola più antica del Vesuvio danno origine a questo vino di grande personalità e fascino. La frutta a bacca rossa che si manifesta all’olfatto, more e lamponi, si concretizza in una bocca succosa e croccante dal tannino setoso. Insieme di grande piacevolezza e finezza, corredato da mineralità e freschezza.

8 Sassotondo – Ciliegiolo Maremma Toscana DOC San Lorenzo 2015 – Ciliegiolo 100%
Questo CRU trae la sua forza dall’omonimo vigneto dello storico vitigno autoctono della Maremma, impiantato circa sessanta anni fa. La lunga permanenza in botti di rovere di Slavonia dona al ventaglio fruttato, marasca e ribes nero, e floreale ampi richiami aromatici e speziati. Al palato sfoggia un’alcolicità importante ma elegantemente vestita, impreziosita da tannini fitti e vellutati. Elegante, nella sua potenza, chiude con folate balsamiche che allietano e rinfrescano la beva.

9 Barbaglia – Boca DOC 2015 Nebbiolo (Spanna) 80% – Vespolina 20%
Vigneti dominati dal Monte Rosa che giacciono su terreni caratterizzati dal porfido rosa, con viti impiantate “alla maggiorina” – un metodo tipico delle terre del Boca – danno vita a questo vino elegante e austero al contempo. Alle tipiche note di viola mammola del nebbiolo si associano ricordi di melagrana e note speziate. Vino con personalità e classe da vendere, va aspettato con pazienza affinchè si apra, regalando effluvi di erbe di montagna e menta. Minerale, sapido e fresco, di grande ampiezza e corpo sostenuto: tanto carattere e tanta stoffa. Anche questo vino è un bimbo, ma porta in dote tutto il suo corredo di finezza.

10 Montegrande – Colli Euganei Fior d’Arancio DOCG Passito 2012 – Fior d’Arancio (Moscato giallo) 100%
Chiusura esplosiva, come si conviene a un consesso di vini vulcanici! Bocca densa di agrumi canditi, albicocca disidratata e miele. Al palato è vellutato, tonico e suadente; sfoggia una elegante morbidezza rivelando al contempo grande freschezza e gioiosa vivacità: una armonia gustativa e sensoriale mai stucchevole, come si conviene ai grandi vini passiti. Sorseggiandolo con la dovuta attenzione si percepiscono aromi speziati di cannella e una lunga scia agrumata e di miele di acacia. Noi lo abbiamo accompagnato con biscotti alla mandorla e pistacchio e albiccocca al profumo di camomilla. Ma è sicuramente un intrigante vino da meditazione!

CONCLUSIONI

La Masterclass è stata un lungo ed emozionante viaggio sensoriale attraverso l’Italia, partendo dal nord-est del Veronese – Monti Lessini, Gambellara e Soave – fino ad arrivare in Sicilia ad affacciarci sulla caldera dell’Etna dopo aver percorso i terreni tufacei di Montefiascone, e ripartendo dalle pendici del Vesuvio per giungere quindi ai ghiacciai morenici del Monte Rosa attraversando la campagna maremmana; distinti habitat vulcanici, alcuni meno pericolosi come le zone del Soave, dei Colli Berici e di Gambellara, altri semi-pericolosi come quelli della Campania, altri ancora attivi come sull’Etna.

Un percorso trasversale che, attraverso vitigni, territori e climi differenti, ha sempre avuto un filo rosso conduttore, come un rivolo di colata lavica che si allunga e distende sulla nostra Penisola, come il magma che lega l’Italia da nord a sud con la sua mineralità speciale che li accomuna e che li rende fratelli nel calice.